La favola del cantautore torinese

Con grande soddisfazione, pubblichiamo in questa pagina, un articolo pubblicato dal quotidiano torinese La Stampa in data 23/5/2023. Il protagonista è un ex studente del Gioberti che racconta la sua sua favola di cantautore torinese.

Piccinni

Quando, da ragazzino, ha iniziato a strimpellare le prime note con la chitarra, Nicolò Piccinni non avrebbe mai immaginato che un giorno la sua strada e quella del suo idolo si sarebbero incrociate. «Se mi fermo a pensare a quello che mi è successo, ancora faccio fatica a crederci», sorride questo 34enne di Torino. Nella vita di tutti i giorni insegna teatro sociale a ragazzi con disabilità e persone con un passato di dipendenze, ma da oltre 15 anni è un cantautore indipendente. Nel 2016 è uscito il suo primo album autoprodotto, “Fuori dal giro”, seguito da “Autrement” (2022) e “mareAmare”, che vedrà la luce il prossimo maggio. Quest’anno è invece uscito “Acqua fredda”, adattamento italiano di “Cold Water”, brano del 1999 di Tom Waits. La cosa sorprendente, probabilmente un unicum a livello mondiale, è che il mostro sacro statunitense ha approvato la versione scritta da Nicolò, dopo averne ascoltato la musica e letto il testo.

Il progetto figlio della pandemia
Tutto inizia nell’ottobre 2022, quando il torinese scopre di avere il Covid. «Ero chiuso in casa, con molto tempo da riempire - racconta - e ho pensato di fare una cosa che avevo rinviato da troppo: capire cosa avrei dovuto fare per suonare dal vivo “Acqua fredda” e poterla mettere sulle piattaforme online». La risposta della Siae non lascia spazio a dubbi: è necessario chiedere l’autorizzazione all’autore che detiene i diritti del brano originale. Come a dire: abbandona ogni speranza, figurarsi se una star di quel calibro ti risponderà mai. Ma Nicolò, più per gioco che per reale speranza di successo, ci prova lo stesso: «Ho scritto una mail alla sua etichetta di Los Angeles, mi hanno risposto dopo quattro ore spiegandomi che dovevo contattare l’editore che si occupa di diritti per l’estero». A quel punto manda un’altra mail con il file digitale della canzone e il testo riadattato in italiano: «Ovviamente mi ero messo l’anima in pace. Il referente italiano mi aveva scoraggiato: “Sappi che non è mai successo nulla di simile in passato”, mi ha detto».

La telefonata inattesa
Dopo tre giorni Nicolò riceve la telefonata dell’editore italiano di Tom Waits. Era il primo a essere stupefatto: il cantautore statunitense non solo aveva ascoltato il brano e letto il testo, ma aveva anche risposto che gli piaceva molto. E dava il via libera per suonarla dal vivo o pubblicarla online. «È stata una sensazione pazzesca - esclama sorridendo Nicolò -. Credo sia qualcosa che succede una volta su un milione». È nota, infatti, la “gelosia” di Tom Waits verso le sue creazioni. C’è un solo precedente: negli anni ‘80 Enrico Ruggeri era riuscito a strappare l’ok dell’artista per adattare “Foreign Affairs”. Ma era un cantante già noto, non un illustre sconosciuto come Nicolò.

Il prof che ha fatto scattare la scintilla
L’adattamento di “Cold Waters” realizzato da Nicolò ha radici blues ma anche richiami alla musica popolare italiana. Per il testo, invece, si è ispirato all’attualità: dove Waits parla di veterani del Vietnam, lui inserisce i senzatetto protagonisti di sgomberi forzati. “Acqua Fredda” è stato presentato quest’anno al cinema Massimo all’interno del festival Seeyousound. Chissà che in platea non ci fosse Pasquale Munno, il professore di inglese del Gioberti che ha fatto scoprire Tom Waits a Nicolò. «Ci diede una sua canzone da tradurre - ricorda - e da quel momento mi sono innamorato. Lui è una delle prime persone che ho chiamato per raccontare questa incredibile vicenda: non stava nella pelle».

Art. scritto e firmato dal giornalista  Filippo Femia