Botta e risposta: la vittoria!

La fiducia è un atto politico. Così Morgana Maggio ha chiuso l’epilogo dei Paralumi della ragione impegnati nella finale nazionale della Palestra di Botta e Risposta. La squadra del Gioberti ha dovuto sostenere le ragioni del contro alla mozione Non fidarsi è meglio che fidarsi. L’avversario, già sconfitto nel girone di qualificazione, è stato la squadra Areté del liceo Leonardo da Vinci da Villafranca Lunigiana

Nella prestigiosa cornice del comune di Padova, con una giuria composta per l’occasione da cinque giudici (e non tre), gli oratori di entrambe le squadre hanno dato avvio ad una riflessione mai banale sul tema. Ha prevalso – piuttosto nettamente – la linea argomentativa elaborata da Margherita Baravalle, Federico Cabodi, Giovanni Giardina, Morgana Maggio, Emma Porcu, Carlotta Vercellone, Ottavia Zola, che ha saputo unire riferimenti colti ad una equilibrata capacità retorica. Coordinati dalla professoressa Alessandra Saccon, con il sostegno della professoressa Simonetta Mossa e del professor Vincenzo Sorella, animati dall’intelligenza e dalla generosità dell’ex dibattente ed ex studentessa del liceo Laura Schiavone, i Paralumi della ragione sono stati capaci di vincere l’emozione del primo dibattito dal vivo e di tenere ‘botta’ alle puntuali obiezioni mosse dalla squadra concorrente.

“Essere squadra in presenza ha un altro sapore. La tensione e l’emozione, alla fine, sono anche piacevoli da provare dopo tanti dibattiti in digitale” hanno sottolineato Giardina e Zola. “Non a caso”, hanno aggiunto Cabodi e Vercellone “la difesa di squadra è stata realmente corale, intensa e partecipata”.

Densa di significati è stata anche la fase del riconoscimento reciproco in cui entrambe le squadre hanno riconosciuto le ragioni altrui in modo che ciascuno possa addivenire ad una migliore comprensione come recita la proposizione del giuramento del disputator cortese.

Margherita Baravalle è stata giudicata miglior dibattente per chiarezza argomentativa e capacità espositiva.

Conclude la professoressa Saccon: “Esperienze di questo tipo trasformano la didattica. Gli studenti attingono a risorse sorprendenti e inattese e nessuno può prevedere cosa verrà fuori nel corso del dibattito. Si ha inoltre la sensazione che tutto questo serva a qualcosa, che esercitare all’uso persuasivo della parola e al confronto critico significhi anche formare cittadini migliori”.

La bacheca del liceo si arricchisce di un prestigioso trofeo.